MONTECASSINO SQUARE

Giovanni Voto / Sergio Montemurro / Milena Shtereva / Giuseppe Cutrale

Project:

Competition 

Square of “Campus of Folcara University”- Cassino Lazio 2011

Prize winning project

Description:

Caratteri morfologici e scelte strategiche ambientali

Da un punto di vista compositivo, la scelta di partenza è di porre la piazza come uno luogo sopraelevato e isolato al centro dell’invaso tra i due edifici conferendogli carattere eminentemente monumentale.
Sui quattro lati dello stilobate una selva di colonne di tre diversi diametri, disposti sopra una griglia invisibile in modo apparentemente casuale, sostiene una pensilina che crea il peristilio, diaframma ottico tra l’interno e l’esterno della piazza.
La copertura ( geometricamente una sezione di sfera inclinata e forata al centro ) che accenna allo spazio del chiostro appare come una vela orientata verso il paesaggio rurale e copre la scalinata di accesso alla piazza che si muove secondo una curva lieve ed elegante generata dalla serie di Fibonacci.
All’interno l’invaso della piazza è una conca ( anch’essa sezione di sfera) il cui accesso in quota è sugli spigoli del peristilio, per diventare poi seduta al centro dello stesso, ed è tagliata trasversalmente da un asse direzionato intenzionalmente su Montecassino che permette ai disabili di raggiungere il vuoto
centrale. Nel falso epicentro della piazza una scultura circolare di bronzo di circa 4 metri di altezza, polarizza l’attenzione nello spazio aprendo insieme alla selva di colonne lo spiraglio a uno spaziometafisico origine e principio della misura dell’opera.
Le stagioni e i loro eventi atmosferici generano la vita silenziosa di questo luogo. La luce con i suoi movimenti disegna, nel trascorrere delle ore e dei giorni, ombre diverse generate dalle colonne sul
pavimento. L’acqua delle piogge e fatta cadere dalla pensilina attraverso doccioni che creano un sapiente gioco di cadute, convogliano l’acqua attraverso la pavimentazione nel centro dove potrà essere raccolta.
Dal punto di vista ambientale, la scelta della pavimentazione è, escluse le linee geometriche, essenzialmente in pietra di Coreno riducendo al minimo l’impatto ambientale con un materiale a km 0.
Non esiste materiale di scavo, poiché c’è una leggera elevazione ma solo di riporto per un lieve riempimento dello spazio centrale che favorisce lo smaltimento degli scavi dei cantieri circostanti.
Modi costruttivi e caratteri funzionali
La piazza ha un rialzo, rispetto al piano di campagna, di 1,2 metri che ritorna a 0.5 metri al centro a causa della forma cava. Questa cavità ottiene sul perimetro dello stilobate un dislivello massimo nel suo centro di 0.38 cm che diventa seduta. Il rialzo ottiene una gradinata su cui è possibile sostare sedendosi.
La pavimentazione ( appoggiata su una fondazione per la scalinata e su terreno di riporto con massicciata drenata attraverso tubi e massetto nell’invaso centrale) è tutta in pietra di Coreno, con conci tagliati in modo diverso, alternati da fasce di Peperino che creano il disegno dell’invaso centrale.
IL doppio muro con rampa che permette l’accesso ai disabili e fa da seduta all’interno della piazza è semplicemente in muratura rivestita di vecchia lamiera ossidata nella parte interna.
Tre diversi diametri di colonne ( 40. 20 e 10 cm.) in acciaio zincato e verniciato a polveri, sostengono la copertura tramite una cerniera in alto annullando di fatto in esse il momento flettente che viene completamente posto nella curva di copertura. Le colonne così lavorano solo a trazione, nella zona del peristilio e compressione sulla gradinata. La copertura ( 7, 5 m di larghezza) sotto la quale vi è riparo giornaliero dalla pioggia e dal sole, è strutturalmente realizzata da sette file di Ipe calandrate, sopra le
quali è disposto un materassino isolante e una lamiera zincata riflettente, interrotte ogni 10 metri da traverse che controllano la dilatazione termica. Il peso proprio della struttura e di 40 kg al mq. ( 25 ferro+15 carter), a cui si aggiunge quello di 100kg per la neve per complessivi 140 kg, permettendo cosi uno spessore di soletta di soli 40 cm per una luce di 50 m.
L’acqua viene raccolta in punti specifici verso l’interno della copertura e attraverso una serie di doccioni disegnati viene gettata nell’invaso centrale tranne quella in eccesso che viene convogliata al centro ed eventualmente raccolta in una vasca.
La piazza presenta anche un’illuminazione al led notturna posta ad incasso nei ricorsi di peperino che permette di contenere gli unici costi di gestione al minimo.
Ragioni dell’opera
Non appare mai semplice disegnare un inizio. Attraverso sequenze apparentemente sconnesse di luoghi, persone e vicende storiche ci siamo inoltrati nella conoscenza del sito, sapendo che occorreva
rintracciare un ordine che permettese un punto di partenza semplice nello sviluppo del progetto.
La radice etimologica della parola Piazza può orientare l’approccio concettuale al nostro tema.
Platus ovvero “ampio”, origine della parola Piazza sottolinea la considerazione delle caratteristiche dell’invaso rispetto ai margini dell’invaso stesso ed al carattere dei pieni circostanti: la Piazza emerge dunque, come luogo del respiro ampio, nello stabilirsi di un rapporto umano di qualsivoglia natura da quello intellettuale, politico, economico a quello strettamente sociale.
Ma nell’inevitabile dialogo con la storia dei luoghi e dei fatti, la ricerca di riferimenti architettonici non ha potuto evitare la fabbrica di Montecassino, pur cercando di evitare una banale citazione di etimi decorativi o altro. Ad uno sguardo attento affiora immediatamente, solo apparentemente contrapposto alla Piazza,
il Claustrum , etimologicamente “chiuso”, il quale individua il tipo del Chiostro definito dal carattere topologico del margine dell’invaso spaziale. Il chiostro all’interno dell’abbazia di Montecassino, ci appare come figura architettonica carica di interesse per le suggestive affinità al nostro tema e per la sua capacità di introdurre al respiro di una dimensione metafisica attraverso il paradosso di un limite spaziale.
Può uno spazio “chiuso” essere “ampio”?
In una stagione, cui l’abbattimento dei confini spaziali e temporali ( internet, aerei low cost ecc.) ottiene paradossalmente il confinamento della coscienza dell’io in una ristretta percezione del reale, l’ipotesi sovversiva è suggerire, all’interno di un campus universitario, l’origine di un pensiero sconfinato attraverso
la costruzione di uno spazio confinato.
La nostra piazza trova nel suo nucleo, come metafora del cosmo, uno scudo convesso nel cui centro un usignolo canta la “ potenza dello spirito “. Questa scultura roteante durante le ore del giorno dispiegalo
sviluppo di uno spazio pensato come accennata analogia del Claustrum (ottenuto con un peristilio sostenuto da un diaframma di colonne) che suggerisce l’origine e il vertice del pensiero che generò’ Universitas.